Il Caffè delle “Giubbe rosse”, a Firenze, è uno dei luoghi mitici della letteratura e, in particolare, della poesia degli ultimi cento anni. Essere lì a leggere i miei versi al pubblico seduto ai tavolini della della parte interna della sala, davanti al pannello di vetro i cui colori danno una particolare caldissima tonalità alla poca luce diffusa, è stata un’emozione profonda.
Qualche mese prima avevo ricevuto con grande gioia l’invito di Massimo Mori, poeta e critico, responsabile degli “Incontri letterari” del caffè fiorentino. Ma Massimo ha fatto ben più che inviarmi un invito. A conclusione della serata del 29 ha svolto, in pochi minuti, un’analisi de La mente irretita, dei suoi luoghi, dei suoi ritmi, dei suoi chiodi fissi, che ha costituito per tutti i presenti una sintesi perfetta con la quale uscire dal caffè e ricordarsi del libro.
La presentazione è stata svolta con una intervista di Daniele Barca – che ha costituito il filo rosso della serata – durante la quale io ho fatto alcune letture e Cosma Siani ha sviluppato interventi critici sempre puntuali e rigorosi, sia nell’analisi interna delle poesie, sia in quella degli echi della poesia novecentesca e non solo. Tra il pubblico, devo citare la presenza della poetessa Liliana Ugolini.
Daniele Barca è filologo e si occupa di comunicazione (soprattutto per la didattica). Cosma Siani, docente di «Lingua e traduzione inglese» all’Università di Cassino, è un critico molto attento agli sviluppi della poesia contemporanea, in particolare anglo-americana; oltre a numerosi saggi, ha scritto recensioni e critiche per “L’Indice”, per “Poesia” e per molte riviste letterarie non solo italiane.