Sono nato a Trapani nel 1947. La mia famiglia e i miei avi paterni, almeno fino a che li conosco, sono di Favignana, l’isola più grande dell’arcipelago delle Egadi. Ora vivo a Velletri. Ho lavorato a Roma, o nelle vicinanze, dal 1970 al 2010. Solo dal 2002 al 2004 ho lavorato per due anni a Torino. Sono sposato con Roberta, ho due figli, Giacomo e Mario, e due nipotine, Lucrezia e Stella Deniz.
Sono stato insegnante di lettere nei licei e poi capo d’istituto; infine, dal 1999, sono stato al Ministero dell’Istruzione, con vari incarichi. Ora sono in pensione, ma non ho certo smesso di occuparmi dell’oggetto di quarant’anni di lavoro e di passioni: la scuola.
Scrivo versi da sempre, anzi no, voglio essere più preciso: scrivo versi da quando avevo sette anni. Tuttavia, fino a un certo punto ne sono stato insoddisfatto: guai a fare contemporaneamente il critico e il poeta!
Quando ho pensato di avere scritto qualcosa di buono (era la fine del secolo scorso) l’ho detto, con qualche ritegno – devo ammetterlo –, al poeta Renzo Nanni (nella foto qui a fianco), mio caro amico, scomparso nel 2004. Da lui sono stato indotto alla pubblicazione. Le poesie che ho pubblicato nel volume La mente irretita (Manni, 2008, con introduzione di Mario Lunetta, nella foto qui sotto), sono, con qualche eccezione, fino a risalire agli anni Ottanta del secolo scorso, quelle che avevo scritto tra il 2002 e il 2007 e che prima Renzo Nanni e poi Mario Lunetta hanno amorevolmente letto e “approvato”. Tra le poesie precedenti, di molte ho cercato, per quanto possibile, di far sparire le tracce. Nel 2010 La mente irretita, è stato pubblicato in Francia, con la traduzione di Danièle Robert, dalle edizioni Vagabonde di Marsiglia. Il titolo dell’edizione francese è La pensée prise au piège. Anche due siti di poesia francesi si sono occupati della traduzione che Danièle Robert ha fatto dei miei versi. Si tratta di Terres des femmes, di Angèle Paoli, che ha pubblicato le due poesie Vicino al faro e La mente irretita, e di Poezibao, di Florence Trocmé, che ha pubblicato Azzurro sprofondare. Nel maggio del 2010 La pensée prise au piège ha avuto, a firma di Gérard Arseguel, una recensione su “Europe”, la prestigiosa rivista letteraria francese diffusa in tutto il mondo.
Nel 2009 ho pubblicato un nuovo libro di poesie, I segnalibri di Berlino (Campanotto, edizione bilingue con il testo italiano seguito dalla traduzione in tedesco di Giangaleazzo Bettoni; saggio introduttivo Note per una città di Maddalena Fumagalli).
Nel 2010 ho pubblicato Versi inutili e altre inutilità (Edicit, 2010), un piccolo volume con tre poesie illustrate da disegni del carissimo amico Marco Vagnini, prematuramente scomparso nel febbraio del 2016.
La mente irretita l’ho dedicata a Renzo Nanni, I segnalibri di Berlino a Roberta. La pensée prise au piège a Manuela Vico e a Gérard Arseguel che, da una parte e dall’altra delle Alpi, hanno promosso la conoscenza del mio primo libro.
Nel marzo del 2012 è uscito, sempre con una introduzione di Mario Lunetta, Viaggio all’osteria della terra, un libro nel quale ho raccolto i versi scritti tra il 2007 e il 2011. Anche le poesie di questo libro hanno avuto risonanza in Francia. Sul sito Terres des femmes è apparsa una bellissima traduzione, questa volta di Angèle Paoli, de La cala di Zaccu, il sito Terre à ciel mi ha dedicato una pagina nella quale ha pubblicato, oltre che due poesie tratte da La mente irretita (Leggere parole e Sortilegi del profumo), anche le nuove poesie Rue Lepic, Rododendri e Il dentro e il fuori, con la traduzione di Danièle Robert.
Nel 2015 è uscito Fine e principio (Anicia, 2015) un piccolo libro con quattro poesie accompagnate, così come era accaduto per Versi inutili e altre inutilità, dalle straordinarie illustrazioni di Marco Vagnini. Fine e principio è dedicato alla mia nipotina Lucrezia, «per quando sarà grande».
Nel 2016, grazie alla disponibilità disponibilità dell’editore Armando Siciliano, che lo ha pubblicato, e a quella dell’editore Manni, che ha concesso senza problemi i diritti di pubblicazione delle poesie già edite, ho raccolto in un volume, La vita dell’isola. Poesie a Favignana (Armando Siciliano editore, 2016), tutti i versi (alcuni inediti) che ho scritto sull’isola della quale sono originario.
A dicembre di questo stesso anno è uscito anche il mio nuovo volume di versi inediti, Il cuore in tasca, un libro animato da un vecchio – se volete: classico –, sano, solido spirito satirico, non senza la necessaria autoironia.
Nel 2018 ho pubblicato con l’editore Campanotto il poemetto Piante del mio giardino: le conversazioni con le mie piante e le tante riflessioni che ne derivano.
Nel 2019 ho voluto festeggiare il secondo compleanno della mia nipotina Stella Deniz con una plaquette uscita in novanta copie numerate e firmate. Contiene due poesie: la prima dà il titolo al libro, I fiori di borragine; la seconda è la dedica alla mia nipotina Stella Deniz per il suo secondo compleanno. Conclude il libro un’Avvertenza (anche questa in versi, naturalmente) sul possibile uso culinario, non dei fiori, ma delle foglie della borragine.
Del 2022 è L’ultima àncora, una raccolta di versi che contiene Cinque favole sul tempo e sui tempi e tre Cronache sul tempo che viviamo, quello in cui, nell’ambito di una guerra non molto lontana da qui, si è ricominciato a parlare della «bomba», di quella «bomba».
Nel 2013 avevo fatto, intanto, il mio “esordio” nella prosa narrativa con il romanzo, Due perfetti sconosciuti (Manni), presto tradotto in francese (ancora una volta da Danièle Robert) con il titolo Deux parfaits inconnus (Éditions Chemin de rond, 2014). Anche questo romanzo ha avuto l’onore, nell’estate del 2015, di una recensione su “Europe”. Trasformato in testo teatrale, Due perfetti sconosciuti è andato in scena nella primavera del 2015 al teatro Aurora di Velletri e al teatro Porta Portese di Roma.
Nel 2018 è uscito il mio secondo romanzo, Una confessione spontanea. La protagonista del primo, Odetta, si trova in questo caso alle prese con un omicidio. Una confessione spontanea è stato proclamato “Libro da leggere” per il mese di ottobre 2018 dalla piattaforma online di notizie EzRome.
Nel 2023, a dicembre, a dieci anni dal primo romanzo e a settanta anni dai fatti raccontati, è uscito il mio terzo romanzo, Se l’inchiostro è finito, una incursione nei ricordi della mia vita di bambino e, soprattutto, in alcuni aspetti totalmente dimenticati della vita vissuta dalla gente in Italia negli anni Cinquanta del secolo scorso. Anche questo romanzo, per il mese di gennaio 2024, è stato proclamato “Libro da leggere” da EzRome.
Sin da quando ho pubblicato La mente irretita sono stato felice ogni volta che ho potuto leggere (o far leggere) in pubblico le mie poesie. L’ho fatto al Salone del Libro di Torino, al Poesia Festival della provincia di Modena, a Cuneo per Scrittorincittà, alla Notte della poesia di Genova, al Festival du livre di Mouan-Sartoux, all’Università di Basilea per la “Settimana della lingua italiana nel mondo”, alla Maison de la Poésie di Montpellier, a Ginevra, per l’Associazione “Culturaitalia” e in moltissimi altri luoghi e occasioni via via segnalati nei post di questo blog, nei primi anni nei quali questo blog ha visto la luce o, più tardi, sulla mia pagina facebook.
Da anni collaboro con la musicista Annalisa Spadolini per realizzare letture nelle quali il suono delle parole e il suono della musica riescano a dialogare e a raggiungere lo scopo di dare una dimensione sempre maggiore alle emozioni degli ascoltatori. Insieme abbiamo realizzato diverse letture-concerto in molte parti d’Italia e abbiamo anche esposto il nostro metodo di lavoro in un intervento al convegno internazionale di studi svoltosi nel 2011 a Roma su “Musica Arti e creatività”. In questo ambito di esperienze si colloca anche il mio lavoro di formazione dei docenti in numerosi corsi che ho svolto e continuo a svolgere in tutta Italia (Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo) su “La lettura del testo poetico”.
Questo lavoro di formazione è frutto anche dei miei lunghi studi nel campo della letteratura italiana: studi dei quali ora voglio parlarvi.
In questo ambito, negli anni Settanta, subito dopo essermi laureato con Natalino Sapegno (nella foto qui a fianco), mi sono interessato in particolare degli intellettuali italiani del primo Cinquecento e del Manzoni e ho pubblicato su questi argomenti articoli e saggi su riviste di vario genere (in particolare “La Rivista Trimestrale” e “Filologia e Critica”) e volumi collettanei. Poi ho allargato i confini dei miei studi e nel 1993 ho pubblicato con le edizioni Oberon di Milano una Storia della letteratura italiana nell’orizzonte europeo, un’opera che ho diretto e che ho scritto con David Baldini, Valerio Marucci e Giaime Rodano. Del 1996 è il saggio Fu vero Barocco? Croce e Basile, derivato da un mio intervento alla giornata di studi “Croce e la letteratura dialettale” e pubblicato nei “Quaderni della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma”, 7 (1997).
Nel 2008 è uscito, nel volume Gregorio XVI promotore delle arti e delle culture (a cura di Francesca Longo, Claudia Zaccagnini e Fabrizio Fabbrini, Pisa, Pacini, 2008), il mio saggio Centralità e lontananza: la vita letteraria a Roma ai tempi di Gregorio XVI. Questo saggio, che si propone di analizzare i soggetti culturali attivi nella Roma tra il quarto e il quinto decennio dell’Ottocento, segue altri miei recenti studi sulla vita culturale a Roma tra XVIII e XIX secolo.
Nel 2011, ho pubblicato sulla rivista on line Chaos e Kosmos Che cosa fa la poesia?, uno studio critico nato da un incontro su questo argomento con gli studenti dell’Università RomaTre, nel quale avevo cercato di approfondire il senso del fare poetico nella storia della cultura occidentale.
In seguito, ho ripreso il tema di questi studio, l’ho approfondito e l’ho inserito in una cornice più ampia, anche per effetto della esperienza nei corsi di formazione per docenti dei quali ho parlato qui sopra; ed è nato così il volume La musica delle parole. Come leggere il testo poetico. E altri saggi, Roma, Anicia, 2016.
Una piccola, ma importante, appendice a questo volume è rappresentata dal mio contributo scritto inviato al Convegno internazionale di studi che si è tenuto a Roma a maggio del 2016 su “Il pensiero letterario come fondamento di una testa ben fatta” e i cui Atti sono usciti nel 2017 per Roma Tre-Press (qui il mio contributo dal titolo Il posto della poesia nella costruzione di una testa ben fatta)
Dalle mie ininterrotte letture dantesche, da quelle fervide e appassionate degli anni del liceo a quelle arricchite nel corso degli anni dal contributo di tanti critici e dalla sempre più ampia conoscenza dei commenti danteschi nei secoli (oggi è facile conoscere questi commenti, attraverso questo sito: una volta l’unico modo era girare per biblioteche in tutta Italia), è nato invece, dopo un primo saggio inserito nel volume La musica delle parole (Il primo canto della Commedia dantesca. Due domande impertinenti e due pertinenti risposte), il volume Due bugie di Dante: questo saggio ha suscitato una vivissima curiosità in Italia e all’estero, tanto che, poco dopo la sua pubblicazione, a parte altri convegni in Italia, sono stato invitato dalla Société Dantesque de France a tenere un incontro sulle ricerche che vi sono esposte presso la Sorbonne Nouvelle di Parigi.
Da quasi un ventennio mi occupo anche di logica ipertestuale, di media digitali e, più in generale, di comunicazione. A metà degli anni Novanta ho lavorato, con Emilio Piccolo, a un’edizione ipertestuale della Storia della letteratura italiana nell’orizzonte europeo, presentata nel 1996 a Galassia Gutenberg. Nel 2000 ho pubblicato on line, per la Trainet di Roma, una serie di lezioni su Ipertesto e uso didattico di internet. Del 2004 è il saggio su La comunicazione e le scuole, pubblicato sul numero 5 (maggio-giugno) de “La Rassegna dell’Istruzione” e del 2008 l’articolo su La scuola su Youtube, sempre pubblicato su “La Rassegna dell’Istruzione” nel numero 1 dell’annata 2008-2009. Dal 2007 ho seguito, come esperto del Miur, il progetto “Comunicazione didattica” (coordinato da Francesco Butturini) per la formazione dei docenti sull’uso dei media tradizionali e digitali nella didattica.