Quest’anno la stagione è un po’ in ritardo. Ma la campagna romana e, immagino, anche altre campagne lievemente ondulate e soleggiate in Italia e altrove, hanno già cominciato a tingersi del rosso dei papaveri. Tra non molto ne saranno interamente colorate.
E diventeranno, a guardarle, enormi bandiere rosse che ondeggiano al vento. Come, una volta, erano le piazze il Primo maggio.
A differenza delle piazze, i papaveri insistono a sbandierare il loro rosso e lo faranno ancora a lungo. Non so quanto, ma ancora a lungo. Ogni volta che viene, in ritardo o no, la loro stagione.
Buon Primo maggio a tutti
Michele Tortorici, Papaveri e papere (canzone che mi viene in mente quando attraverso in macchina la campagna romana) (Da Viaggio all’osteria della terra, Manni, 2012)
«Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti»
(Mario Panzeri, 1952)
«Il testo di Papaveri e papere mi è stato suggerito
dalla prosopopea di certi personaggi politici.
Credo che anche con una semplice canzonetta
si possa fare della satira di costume»
(Mario Panzeri, 1952)
Ora che è la stagione dei papaveri, al vederli,
mi domando perché
mai a questi fiori sia stata associata
l’idea di un privilegio. Certo, sono alti i papaveri, come
dice – ed è giusto – la vecchia canzone; però
basta guardarli per capire
che non hanno nessuna prosopopea, anzi occupano
con umiltà posti da altri fiori
certo non desiderati,
perché sono sparsi qua e là in mezzo a erbe
spesso selvatiche, infestanti.
L’unico privilegio – credo io –
che i papaveri hanno è nel colore. E ciò per due ragioni.
La prima è che,
per quanto possano altre
erbe sopraffarli, sono loro – i papaveri –
che tu vedi, sono loro anzi che macchiano,
come se fossero inchiostro, con il colore
rosso le occasionali,
moleste compagne della breve
vita che vivono.
La seconda è che,
a causa di questo loro macchiare, appena si alza
un po’ di vento, tutta la campagna,
lì dove sono i papaveri, è un’onda di rosso, o piuttosto
– guarda bene – è una bandiera.
L’unico privilegio – credo io –
che i papaveri hanno è nel colore. Per due buone ragioni.