Una traduzione da Mary Jo Salter

Mary Jo Salter (n. 1954), originaria del Michigan ma cresciuta a Detroit e Baltimora, ha la straordinaria capacità di passare facilmente dai temi legati alla sua conoscenza diretta di molti paesi, in particolare europei, ad argomenti che appartengono alla più schietta, e talvolta confidenziale, quotidianità domestica.

La poesia della quale propongo la traduzione, Video Blues (qui il testo originale), rientra con tutta evidenza tra questi argomenti. In essa il linguaggio generalmente leggero che caratterizza lo stile di Mary Jo Salter trova equilibrio e misura proprio nell’avvicinarsi a un campo di esperienza solo apparentemente ristretto, ma che in realtà si rivela un mondo complesso e vivace, osservato sempre con consapevolezza e umana comprensione. Da qui una felicità di tono che avvicina questi versi ai migliori esempi della poesia americana dell’ultimo mezzo secolo.

In particolare, Video Blues, come suggerisce il titolo (che lascio senza traduzione perché è abbastanza perspicuo di per sé), valorizza questa felicità di tono con il ritmo e le rime propri di una ballata. La poetessa crea così un’atmosfera nella quale, da una parte, viene voglia di cantare i suoi versi con il sorriso sulle labbra mentre, dall’altra, si capisce bene che la storia raccontata è quella di una ricorrente frustrazione: il rapporto tra l’autore e il lettore si arricchisce in questo modo di un ammiccamento, diventa intesa, arriva alla complicità.

Nella traduzione italiana ho cercato di mantenere la leggerezza e la scioltezza del linguaggio. Per farlo mi sono preso alcune – piccole, per il vero – libertà. Per esempio, nella seconda strofa, ho eliminato nel secondo verso “da ripetere” (nella traduzione di too long to repeat), anche tenuto conto del fatto che in italiano è superfluo; invece che “Ragazzo”, al v. 13, ho tradotto “Dai” che in italiano scorre di più in fine di verso e che ha, in sostanza, lo stesso senso. Poiché tuttavia non volevo stravolgere il testo originale, ho omesso l’uso delle rime. Ho tuttavia mantenuto sempre in fine di verso, puntando sull’effetto di parole-rima, sia “Myrna Loy” sia l’espressione “mandar giù” con la quale traduco il non facile (in questo caso) “enjoy” dell’originale.

Mary Jo Salter, Video Blues
Traduzione di Michele Tortorici


Mio marito ha una cotta per Myrna Loy
e gli piace affittare i suoi film per spassarsela.
Certe sere è proprio dura da mandar giù.

L’elenco delle attrici che potrebbero
averlo al loro servizio è troppo lungo.
(Mio marito ha una cotta per Myrna Loy

Carole Lombard, Pulette Goddard, la timida
Jean Arthur con quella voce secca come grano …)
Certe sere è proprio dura da mandar giù.

Lui svela tutto questo solo per dar fastidio
a una moglie fedele? So che non posso competere.
Mio marito ha una cotta per Myrna Loy.

E una donna non può avere il suo uomo dei sogni? Dai,
io non voglio dire che mi manchi qualcosa nella vita
ma qualche sera potrei davvero godermi

due ore con Cary Grant come con un gioco tutto mio.
Suppongo, tuttavia, che siamo desinati a non incontrarci.
Mio marito ha una cotta per Myrna Loy,
che certe sere è proprio dura da mandar giù.