Una traduzione da Ralph Waldo Emerson

Ralph Waldo Emerson (Boston, 1803 – Concord, 1882) è un filosofo e scrittore americano, oggi molto rivalutato, che ha attraversato l’intero xix secolo con la sua vita e le sue opere. Tra queste, le poesie non rappresentano certo, nel complesso, la parte migliore. E tuttavia alcune riescono a raggiungere una straordinaria profondità di pensiero con una altrettanto straordinaria leggerezza di immagini: queste sono, dunque, grandi poesie.
La più nota, anche per una citazione che ne fa Harold Bloom nel volume The Art of Reading Poetry, è The Rhodora (Il Rododendro). L’ho letta qualche anno fa, ma ne sono rimasto particolarmente colpito quando l’ho riletta nel febbraio scorso, perché, nel frattempo, inaspettatamente e troppo precocemente, fiorivano nel mio giardino tre piante di rododendro. Così mi è venuta voglia di tradurla. Con il risultato che tutti potete leggere qui sotto.

Ralph Waldo Emerson, The Rhodora, On being asked, whence is the flower (Da Early Poems of Ralph Waldo Emerson. New York, Boston, Thomas Y. Crowell & Company, 1899, prima ed. 1847)


In May, when sea-winds pierced our solitudes,
I found the fresh Rhodora in the woods,
Spreading its leafless blooms in a damp nook,
To please the desert and the sluggish brook.
The purple petals fallen in the pool
Made the black water with their beauty gay;
Here might the red-bird come his plumes to cool,
And court the flower that cheapens his array.
Rhodora! if the sages ask thee why
This charm is wasted on the earth and sky,
Tell them, dear, that, if eyes were made for seeing,
Then beauty is its own excuse for Being;
Why thou wert there, O rival of the rose!
I never thought to ask; I never knew;
But in my simple ignorance suppose
The self-same power that brought me there, brought you.


Traduzione di Michele Tortorici, Il Rododendro
A chi mi ha chiesto da dove viene questo fiore


In maggio, quando i venti dal mare venivano
a trafiggere le nostre solitudini, trovavo
il rododendro che, appena sbocciato, nei boschi
sprigionava la nudità dei suoi fiori da un canto
umido per appagare di sé l’abbandono
di quel luogo e il corso lento
del ruscello. I petali viola caduti
nello stagno con il loro incanto facevano
allegra l’acqua torbida; qui sarebbe potuto venire
il cardinale rosso a rinfrescare
le sue piume e a corteggiare il fiore
che fa apparire così dimesso il suo vestito.
Rododendro! Quando i saggi ti domanderanno perché
questo fascino
è come buttato via sulla terra e nel cielo,
tu dirai loro, caro, che, se gli occhi
sono stati fatti per vedere, allora
la bellezza ha in sé la sua ragione
per Essere; perché eri là, tu, rivale
della rosa! Io non ho mai pensato
di chiederlo; io non l’ho mai saputo;
ma nella mia inettitudine immagino
che la stessa identica forza ha portato
qui me e ha portato anche te.